marzo
07
2010

PLANETA E IL MAMERTINO

Il nuovo progetto de La Baronia a Capo Milazzo

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Mamertino si inizia! Nel marzo 2010 abbiamo comunicato il nostro arrivo a Capo Milazzo e la nostra intenzione di rilancio del Mamertino, il fiore all’occhiello della viticoltura siciliana nel periodo Romano. Oggi vi comunichiamo il via al progetto. E’ un progetto modello che abbraccia e segue il più ampio e complesso concetto di viticoltura sostenibile dal punto di vista sociale, economico ed ambientale. Il ritorno del Mamertino a La Baronia di Capo Milazzo vuole essere un paradigma, che oltre al prerequisito della sostenibilità delle coltivazioni e delle produzioni, si riconduce ai temi e punta sul recupero culturale e sociale, cioè sull’effetto traino che il progetto può avere nel territorio circostante . Il recupero culturale prende le mosse dal lavoro di ricerca sulle varietà cosiddette “reliquie”, tipiche della zona ma da tempo abbandonate. Insieme al Nero d’Avola e al Nocera s’introdurranno – in via sperimentale – tre varietà reliquie: Vitraruolo, Lucignolo e Catanese Nera . In seguito alla verifica nella zona si potrà eventualmente dare inizio al percorso di omologazione della varietà, che un giorno potrebbero diventare parte dell’uvaggio che compone il Mamertino. Questa è quindi una vera operazione di recupero della biodiversità altrimenti perduta. Il recupero agricolo difenderà per sempre il sito, unico per posizione e valenza paesaggistica, da progetti di edificazione e sfruttamento di altro genere. Ultimo ma non ultimo, in sinergia con i produttori locali il recupero storico della denominazione MAMERTINO, piccola per numeri ma piena di significati e di memoria. Oggi l’azienda conta 8 ettari da destinare a vigneti e 20 di oliveti secolari. Dei primi, 4 ettari sono stati già impiantati utilizzando barbatelle selvatiche; inoltre è iniziato il recupero degli oliveti che, dopo anni di totale abbandono, necessitavano di una generosa potatura. Questi primi 4 ettari produttivi mostreranno pieno rispetto del disciplinare, quindi 60 % di Nero d’Avola e il 40% di Nocera. A questo si aggiungono, in via sperimentale, una quota di circa 1000 piante per tipo delle tre varietà Vitraruolo, Lucignolo e Catanese Nera. Questi vitigni saranno oggetto del lento lavoro di ricerca e verifica volto alla valorizzazione piena delle caratteristiche del territorio. Il progetto modello prevede una viticoltura in pieno equilibrio col territorio, senza irrigazione, con forme di allevamento tipiche delle zone marine, come l’alberello appoggiato, e con una meticolosissima cura del dettaglio. A questo punto, l’ultima tappa annunciata del Viaggio in Sicilia di PLANETA, che da Sambuca ha scandito il tempo sin dal 1997 ad oggi, prende forma. Il progetto inizia. Le prime intuizioni sono confermate: sarà un rosso di mare, a base delle grandi uve autoctone del nord della Sicilia. Sarà, come sempre è stato per Planeta, una ricerca appassionata e appassionante.

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