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Lavoriamo ogni giorno per lasciare ai nostri gli un ambiente migliore del nostro.

La sostenibilità non è un processo casuale, ma un atto volontario che, oltre alla sapienza tramandata, richiede il supporto della scienza, della tecnologia e dell’organizzazione.

Noi lo facciamo perché crediamo che la consapevolezza sia il modo migliore per condurre un progetto con senso di responsabilità, senza compromettere il futuro delle prossime generazioni.

 

Indice

Introduzione

Filosofia e obiettivi (VANESSA)
Gli elementi di SOStain (VANESSA)
Gli attori e la governance di SOStain (VANESSA)
L’accordo volontario tra Ministero dell’Ambiente e l’ASV (VANESSA)
Le opportunità di SOStain (VANESSA)

SOStain e l’azienda

Breve testo presentazione azienda
L’azienda in numeri:

  • Data di fondazione 1985 / 1995
  • Numero tenute 5 viticole, 1 olivicola
  • Ettari totali ed ettari vitati
  • Ettari di bosco, pascolo, uliveto, seminativo
  • Energia prodotta in 2018 da fotovoltaico: 58.277kWh
  • Numero dipendenti : 204 pax stagionali, tempo indeterminato 38/18, uomini donne 18/187 , età media 40,05 anni
  • Numero varietà di cui autoctoni
  • Numero visitatori complessivi
  • Numero piante di vite / ulivi
  • Ettari corpi idrici – laghetto Kappa, pozzi Etna etc

 

 

SOStain è il primo programma di sostenibilità per la vitivinicoltura italiana, volontario e proattivo, sviluppato come contenitore delle iniziative di sostenibilità da promuovere e proporre alle aziende associate.

Nasce nel 2010 l’idea di una ricerca improntata alla sostenibilità, un percorso volto ad arricchire e valorizzare tutto ciò che vive intorno al sistema produttivo, come la terra,
il paesaggio, la flora e la fauna, chi lavora e infine chi consuma il vino, con l’obiettivo di perseguire uno sviluppo rispettoso dell’ambiente, socialmente equo ed economicamente ef cace. Oggi SOStain è pronto per aprirsi ad altre aziende del territorio siciliano, siano esse produttrici di vino biologico, biodinamico, naturale, convenzionale e altro ancora. Al di là dell’orientamento produttivo, ciò che accomuna gli attori di SOStain è la volontà di condividere best practices agricole finalizzate al rispetto dell’ecosistema e all’assoluta trasparenza nei confronti del consumatore.
Ciò che distingue SOStain da altri tipi di certificazione è l’acquisizione della consapevolezza che gli impatti delle attività agricole vanno oltre i confini
dei campi che si coltivano, poiché riguardano anche il benessere dei lavoratori e la salute dei consumatori, il coinvolgimento delle comunità locali, la valorizzazione del territorio circostante, la conservazione delle risorse naturali.

Ed è per questa ragione che il programma offre uno strumento di misura quantitativo per poter dare a chi conduce l’azienda le indicazioni necessarie a migliorare continuamente, includendo tra i propri requisiti aspetti che vanno dalla gestione della sostanza organica del suolo no alla sua erosione o compattamento, dalla modalità di reclutamento dei lavoratori alle ricadute economiche che l’attività ha sul territorio, dal controllo del peso della bottiglia all’impiego di energie rinnovabili, dalla biodiversità dei pronubi fino alla protezione del paesaggio.
Ricordando sempre che la sostenibilità non è un punto di arrivo, ma un cammino infinito da percorrere tutti insieme.
La sostenibilità non va intesa come una via per ottenere vini sostenibili o come alternativa a modelli di conduzione già esistenti. È un percorso in cui le scelte aziendali possono essere valutate secondo criteri oggettivi. Non una lotta tra i fondamentalisti di filosofie diverse ma la strada per valutare la ricaduta delle proprie scelte sotto diversi punti di vista. Un’altra prerogativa del progetto SOStain è il fatto di non appartenere ad un unico soggetto ma a tutti i partecipanti.

L’obiettivo finale è quello di far coincidere SOStain con lo sviluppo sostenibile della vitivinicoltura siciliana, creando una ampia base di partecipazione e di condivisione tra i soggetti coinvolti.

SOStain va inteso come un tavolo di confronto tra vignaioli e comunità scientifica la cui interazione è intenta ad offrire strumenti sempre più chiari e trasparenti per la buona conduzione di un fondo o un’azienda.

Tantissimi sono gli ambiti e le informazioni che possono essere condivise tra le aziende, senza compromettere o mutare la propria identità; questa condivisione allargata non è altro che un moltiplicatore di conoscenza.

A tale scopo SOStain si prefigge di:

  • Fare propria la conoscenza tecnica e scientifica sulla sostenibilità fino ad ora realizzata sul territorio locale, regionale, nazionale ed internazionale.

Applicare un sistema di indicatori che consentano la valutazione delle performance ambientali, economiche e sociali proprie dei modelli di sviluppo sostenibile.

  • Promuovere le linee guida per la produzione vitivinicola sostenibile.
  • Diffondere, attraverso le aziende associate, pratiche improntate ad un miglioramento continuo dei livelli di sostenibilità, mediante una gestione agronomica consapevole e attenta alle esigenze del territorio e alla condivisione di valore.
  • Diminuire, con un effetto a cascata, l’impatto ambientale dei fornitori di beni e servizi coinvolti lungo la catena di produzione.
  • Implementare un programma di formazione continua attraverso cui trasferire ai tecnici delle aziende strumenti sempre aggiornati

per il miglioramento del livello
di sostenibilità, promuovendo la formazione e la crescita professionale ed umana di tutti gli operatori e i lavoratori coinvolti in azienda.

  • Valorizzare e tutelare le risorse naturali, sociali e culturali, contribuendo al mantenimento di tradizione e cultura, fattori che costituiscono un patrimonio di valori imprescindibilmente connesso al territorio siciliano e alla sua storia vitivinicola.
  • Mettere a sistema insieme ad altre realtà nazionali ed estere la sostenibilità del settore per il continuo miglioramento dei processi, dei prodotti, dei servizi ecosistemici prodotti dall’impresa agricola.

Gli elementi di SOStain

  1. I 10 requisiti minimi

Sono gli attributi fondamentali1 che le aziende vitivinicole partecipanti a SOStain devono possedere/soddisfare per dimostrare il proprio impegno

nel migliorare le proprie performance ambientali, sociali ed economiche e per ottenere la certificazione.
Essi garantiscono rigore scientifico, oggettività, accuratezza, coerenza, trasparenza al programma di sostenibilità SOStain. Il rispetto dei requisiti minimi sarà verificato e
validato ogni due anni da un organismo indipendente di certificazione e il marchio SOStain dà conto della performance dell’azienda in tema di sostenibilità.

  1. Le linee guida

Le linee guida specifiche per
ognuna delle 10 risorse2 prese in considerazione dal programma SOStain. In esse vengono individuate in modo sintetico le principali tematiche su cui si basa la gestione sostenibile dell’azienda e, per ognuna di queste, vengono raccolte una serie di possibili pratiche adottabili per incrementare il livello di sostenibilità aziendale. Le linee guida rappresentano quindi un valido strumento per quelle aziende che intendono ridurre il proprio impatto, costituendo una raccolta scientifica di pratiche ambientalmente, economicamente e socialmente sostenibili.

  1. La rendicontazione annuale

Essa avviene attraverso bilanci di sostenibilità pubblicati annualmente che riportano le performance dell’azienda rispetto agli obiettivi fissati ed in cui si delineano strategie ed obiettivi per il futuro.

I bilanci sono disponibili sul sito di SOStain da cui è possibile scaricarli (www.sostain.it).

 

Gli attori e la governance di SOStain

L’organizzazione di SOStain è basata su:

  • Un’associazione tra le aziende aderenti : Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile in Viticoltura (ASV) ad oggi composta da xxxxxxxxxxxxxxx
  • Un comitato scientifico con funzioni consultive e propositive che raccoglie

almeno un esponente per ognuna delle risorse rappresentate nel programma SOStain.

  • Due segreterie, una tecnica e una organizzativa che coordinano le attività e facilitano la comunicazione tra i soggetti interni ed esterni e sono il braccio operativo rispettivamente del comitato scientifico e dell’ASV.

 

L’Accordo volontario tra il Ministero dell’Ambiente e lASV (SOStain)

Nel mese di giugno 2016 è stato firmato un accordo volontario tra il Ministero dell’Ambiente, dello Sviluppo del Territorio e del Mare e l’Alleanza per lo sviluppo sostenibile
in viticoltura (SOStain). In base a tale accordo le parti firmatarie si impegnano a promuovere iniziative dedite alla valorizzazione della sostenibilità nella lavorazione delle uve, nella vinificazione, nell’imbottigliamento e nella distribuzione dei vini, creando opportune integrazioni e sinergie tra il programma siciliano SOStain e il programma nazionale VIVA “La Sostenibilità nella Vitivinicoltura in Italia”. In particolare, l’Alleanza si impegna ad utilizzare all’interno del programma SOStain le metodologie messe a punto dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito del progetto “V.I.V.A. – per il calcolo degli indicatori Aria, Acqua, Vigneto e Territorio. L’obiettivo è quanti care le prestazioni di sostenibilità delle aziende aderenti al programma SOStain e per misurare l’impegno verso il miglioramento continuo.

Il Ministero dell’Ambiente si impegna a promuovere a livello nazionale le migliori pratiche che emergeranno all’interno del programma SOStain che potranno essere applicate, opportunamente contestualizzate, anche in altre realtà vitivinicole.

 

 

 

BOX PER EVIDENZIARE:

SOStain (attualmente) è l’unico programma italiano che coniuga misura e prerequisiti avvalendosi di un sistema di misura sviluppato dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e da requisiti minimi sviluppati e approvati da un Comitato Scientifico indipendente

Le opportunità di SOStain

SOStain può rappresentare un importante strumento per lo sviluppo locale e per la valorizzazione della realtà vitivinicola siciliana, conferendo visibilità alle aziende aderenti, soprattutto se si considera che i valori di sostenibilità associati a un prodotto costituiscono ormai importanti driver di competitività, soprattutto nei mercati esteri.

Inoltre un programma di sostenibilità integrato quale SOStain intende creare ricadute positive per la realtà aziendale stessa operando per lo sviluppo di una strategia rivolta alle

proprie maestranze e alla loro crescita professionale ed umana. Salute, sicurezza, formazione, e condivisione di saperi, esperienze e conoscenza sono nel programma SOStain le condizioni alla base del rapporto tra l’azienda ed i suoi dipendenti.

Il programma SOStain è stato sviluppato per permettere alle aziende partner di poter certificare il proprio percorso in analogia ad alti programmi nazionali ed internazionali dedicati al settore vitivinicolo. La certificazione garantirà alle aziende un riconoscimento del proprio sforzo nella direzione della sostenibilità.

Perché SOStain?

 

 

SOStain e l’azienda PLANETA: risultati 2019

REQUISITO 01

Solo trattamenti con un impatto sull’ambiente, sull’agricoltore e sul consumatore uguale o inferiore a quello del biologico

La valutazione è effettuata utilizzando l’indicatore EIQ, Environmental Impact Quotient, che misura l’impatto dei trattamenti su ambiente, su agricoltore e consumatore.

È, inoltre, vietato il ricorso al diserbo chimico.

Sono autorizzati per la difesa delle piante i trattamenti fitosanitari basati su principi attivi a basso impatto per ambiente, consumatore e operatore agricolo. Tale valutazione è realizzata rispetto ai valori di riferimento calcolati con l’indicatore EIQ e riportati in letteratura. L’indicatore EIQ, acronimo di Environmental Impact Quotient,
è utilizzato per valutare l’impatto ambientale dovuto all’utilizzo di fitofarmaci, sia per confrontare tipologie aziendali differenti, sia per analizzarne le variazioni nel tempo. Questo indicatore si basa sulle proprietà chimico- fisiche dei principi attivi contenuti nei fitofarmaci, che si possono ottenere da specifici database.
Esso considera tre componenti di impatto: sugli agricoltori (EIQ agricoltore), sui consumatori (EIQ consumatore) e sull’ambiente (EIQ ambiente). Le tre componenti hanno uguale peso nel calcolo dell’indicatore finale.

Nel calcolo del valore EIQ di un principio attivo vengono prese in considerazione 11 sue proprietà, in modo da valutare i diversi aspetti legati all’impatto ambientale. Attraverso l’impiego del suddetto indicatore si effettua, in funzione dell’avversità da controllare, un confronto tra l’impatto del trattamento proposto e l’impatto di un analogo trattamento effettuato, però, con formulati autorizzati in viticoltura biologica.

Al fine di soddisfare il requisito minimo, le aziende SOStain/VIVA devono dimostrare di utilizzare linee di difesa che abbiano valori EIQ inferiori o uguali a quelli che si otterrebbero utilizzando prodotti registrati in agricoltura biologica.
È
inoltre vietato il ricorso al diserbo chimico quale mezzo di controllo per la gestione delle infestanti nel vigneto.

 

 REQUISITO 02

VIVA la sostenibilità: la misurazione dell’impatto sull’aria, sull’acqua, sul vigneto e sul territorio

È richiesto il calcolo, su scala aziendale, degli indici proposti dal programma VIVA (Aria, Acqua, Vigneto e Territorio).

VIVA – La sostenibilità nella vitivinicoltura italiana – è il programma del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, per misurare la sostenibilità nel settore vitivinicolo, attraverso un approccio multidisciplinare basato su quattro indicatori: ARIA, ACQUA, VIGNETO E TERRITORIO.
Considerata la sua rilevanza nazionale, le aziende aderenti a SOStain/VIVA ne adottano il Disciplinare di certificazione a livello di organizzazione.

 

 Indicatore Vigneto di organizzazione

L’indicatore VIGNETO valuta le pratiche di gestione agronomica:

  • l’uso degli agrofarmaci con le relative conseguenze su acqua, aria e suolo;
  • la gestione del suolo che comprende la concimazione, la gestione della sostanza organica, i fenomeni di erosione e compattamento; e le altre attività aziendali che possono influenzare la biodiversità.

L’indicatore esprime il valore complessivo, in una scala che va da E (massimo impatto ambientale) a A (minimo impatto).

Risultati complessivi:  B (buono, 0,43)

 

Vigneto Superficie (m2) Difesa Concimazioni Sostanza organica Compattamento Erosione Paesaggio
Palmento Moscato 29000,00 0,05 0,30 1,00 0,00 1,00 0,50
Carricante Sciaranuova 35168,78 0,00 0,00 1,00 0,00 0,88 0,50
Dispensa Cabernet Sauvignion 41812,66 0,00 0,11 0,91 0,01 1,00 0,50
Dispensa Case Fiano 73325,60 0,05 0,02 0,48 0,00 0,88 0,50
Dorilli Frappato 95393,63 0,19 0,30 1,00 0,04 1,00 0,50
Maroccoli Syrah 63394,42 0,00 0,59 1,00 0,63 1,00 0,50
Nerello Mascalese Sciaranuova 5073,14 0,00 0,00 1,00 0,00 0,88 0,50
Passo di gurra Chardonnay 175724,58 0,00 0,82 0,94 0,01 1,00 0,50
Pinot nero Sciaranuova 2511,14 0,00 0,00 1,00 0,00 0,88 0,50
Riesiling SciaraNuova 6759,57 0,00 0,00 1,00 0,00 0,88 0,50
ulmo grecanico 57100,00 0,00 0,02 0,90 0,04 1,00 0,50
ulmo nero d’avola 49100,00 0,00 0,09 0,90 0,04 1,00 0,50
Zuppardo Nero d’avola 69900,00 0,00 0,58 1,00 0,00 1,00 0,50

 

 Indicatore Acqua di organizzazione

L’indicatore ACQUA esprime il volume di acqua dolce consumata per la produzione di una bottiglia di vino da 0,75 l. Questo valore viene espresso all’interno del cerchio in litri.
L’acqua utilizzata nella produzione può essere di tre diverse tipologie:

  • Acqua verde: rappresenta il volume di acqua piovana evaporata durante il ciclo colturale nel processo produttivo.
  • Acqua blu: rappresenta il volume d’acqua dolce consumata durante il ciclo produttivo dalla coltura e da essa evapotraspirata; nel caso di prodotti industriali ed usi domestici è la quantità di acqua dolce che non torna a valle del processo produttivo, nel medesimo punto in cui è stata prelevata o vi torna ma in tempi diversi.
  • Acqua grigia: rappresenta il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti introdotti nel corso del processo produttivo in modo che il livello di inquinamento rimanga al di sotto dei limiti stabiliti per legge o di determinati end-point eco-tossicologici.

È da tenere in considerazione che l’utilizzo di acqua verde non è sotto il diretto controllo dell’azienda, in quanto dipende principalmente dal volume di acqua piovana caduto nel periodo di riferimento. Un’alta incidenza dell’acqua verde, quindi, non è da intendersi come una inefficiente gestione della risorsa idrica da parte dell’azienda. I contributi acqua blu e acqua grigia, invece, sono direttamente dipendenti dalle politiche aziendali di gestione della risorsa idrica. Questi dipendono rispettivamente dai consumi aziendali e dalle attività di campo.

 

  m3 H2O -eq/anno %
Direct Water Scarcity Footprint TOTALE 8,62E+06
Vigneto (irrigazione) 8,48E+06 98,40
Vigneto (trattamenti) 3,64E+03 0,04
Cantina 1,34E+05 1,56
Non-Comprehensive Direct Water Degradation Footprint TOTALE m3 H2O /anno %
Vigneto 0,00E+00 0

NOTA: I risultati, relativi ai vigneti campionati, sono stati riportati a tutta l’estensione aziendale.

 

Superficie Vigneti campionati:  70,43 ha

Nel dettaglio

Dati generali dei siti di vinificazione e/o imbottigliamento

  m3 H2O -eq/anno %
Direct Water Scarcity Footprint Cantina 1,34E+05
C.da Feudo di mezzo, 95012 Passopisciaro CT, Italia 3,48E+04 25,99
Contrada Buonivini, 96017 Noto SR, Italia 9,99E+03 7,45
Contrada Dispensa, 92013 Menfi AG, Italia 6,17E+04 46,05
Contrada Dorilli, 97011 Acate RG, Italia 9,66E+03 7,21
Contrada Ulmo, 92017 Sambuca di Sicilia AG, Italia 1,78E+04 13,30

 

Grafico consumo / bottiglia di acqua 2016 vs 2018

DA INSERIRE CON DATI CONFERMATI

 

Indicatore Territorio di organizzazione VIVA

L’indicatore TERRITORIO valuta le conseguenze delle attività aziendali sul territorio, inteso sia come ambiente i cui valori da difendere sono la biodiversità, la tutela e la valorizzazione del paesaggio, sia come comunità umana, sulla quale vengono verificate le conseguenze sociali ed economiche su lavoratori, comunità locale, produttori e consumatori. L’indicatore mostra se l’azienda ha soddisfatto i requisiti socio-economici definiti dal progetto.
L’analisi dell’indicatore TERRITORIO si è conclusa con ESITO POSITIVO: tutti i requisiti sono soddisfatti.

 

DA AGGIORNARE QR DOPO RILASCIO DA DNV

 

Accedi ai risultati dettagliati:

 

 

REQUISITO 03

Il prato d’inverno per la difesa del suolo

Tutti i filari del vigneto devono essere inerbiti durante l’inverno, per contrastare l’erosione e mantenere la sostanza organica nel suolo.

La salvaguardia del suolo agrario come risorsa ambientale è uno degli obiettivi raccomandati dall’Unione Europea. Il suolo, infatti, rappresenta l’interfaccia tra terra, aria e acqua e ospita gran parte delle specie viventi, essendo capace di sostenere la vita delle piante e degli animali.

Per questa ragione, uno dei requisiti SOStain/VIVA riguarda l’obbligo di inerbimento, spontaneo o artificiale, in tutti i filari del vigneto durante l’intero periodo invernale. Si tratta di una pratica che consiste nel lasciare crescere spontaneamente sul terreno le specie vegetali autoctone (inerbimento spontaneo) o nel seminare tra i filari alcune essenze erbose (inerbimento artificiale). L’erba limita lo scorrimento superficiale dell’acqua piovana sul terreno, contrastandone l’erosione, ovvero lo sgretolamento dovuto principalmente ad agenti atmosferici (vento, pioggia etc.). Essa, inoltre, contribuisce a mantenere la sostanza organica nel suolo, migliorandone la fertilità e l’abitabilità da parte della fauna terricola (lombrichi ed invertebrati).

 

Inerbimento e cover crop

In tutti i siti dell’azienda il terreno nell’interfila viene mantenuto con una copertura vegetale per un periodo che varia a seconda dei siti: come minimo dai primi mesi autunnali alla fine dell’inverno, come massimo in permanenza (alcuni vigneti nel sito di Maroccoli).

La scelta tra inerbimento spontaneo e cover crop, e dei miscugli da scegliere nel caso della semina, dipende essenzialmente da due fattori: la composizione e ricchezza floristica dell’inerbimento spontaneo nei diversi siti e la situazione del vigneto sotto diversi aspetti: fertilità del suolo e sua dotazione in sostanza organica, età e vigoria delle piante, rapidità ipotizzata di decomposizione e mineralizzazione della s.o., correlata a sua volta al clima del sito (più freddo, più lenta) e alla natura del suolo.

La rottura del cotico avviene di norma a fine inverno o inizio primavera, a seconda dell’andamento climatico dell’annata e dell’epoca di fioritura delle spontanee, sovesciando, tendenzialmente, tra inizio e fine fioritura delle erbacee, ed effettuando l’operazione, in alcuni casi, in due tempi, operando a filari alterni. Il passaggio più ritardato consente di avere più fibra a lenta decomposizione e quindi una più efficace matrice di humus stabile.

Al fine di ottimizzare i risultati delle semine è stata acquistata una seminatrice Braun specificamente progettata per i miscugli da cover crop, che consente grazie a una soffiatura pneumatica di mantenere in mescolanza semi più grandi e più piccoli evitando che si separino nella tramoggia.

In alcuni vigneti di regione Maroccoli, a circa 400 metri di altitudine, si sta sperimentando l’inerbimento permanente grazie a una buona composizione floristica, in cui in inverno e primavera dominano crucifere a basso sviluppo mentre nella tarda primavera si affermano trifogli e festuche che in estate vanno in quiescenza spontanea. A seguito di tali osservazioni nell’area di Maroccoli si è scelto, nei vigneti seminati, un miscuglio di trifogli alessandrino e subterraneum ad integrazione della flora esistente.

La scelta delle varietà di cover crop si orienta soprattutto su leguminose e graminacee, con miscugli di due-quattro specie. Con prevalenza di leguminose su suoli poveri e calcarei e vigneti di vigoria medio-bassa (Noto). Al tradizionale favino si affianca la veccia, con una superiore capacità di produzione di biomassa, di azotofissazione e di soffocamento di specie infestanti a sviluppo estivo con elevato consumo di acqua come Malva selvativa e cardi (tipicamente diffusi nei suoli di Vittoria-Acate).

In linea di massima la composizione dei cover crop è la seguente:

Sito di Maroccoli (Sciacca): in parte inerbimento sponteneo, in parte semina con  trifoglio alessandrino/subterraneum: (Chardonnay,Cabernet franc, Merlot, Syrah , Petit Verdot)

Sito di Dispensa (Menfi): in parte spontaneo, in parte semina con avena/orzo/veccia: (Chardonnay, Fiano, Nero d’Avola)

Sito di Passo di Gurra (Menfi): avena/orzo/veccia : (Chardonnay, Grecanico,Fiano)

 

Sito di Ulmo (Sambuca): inerbimento spontaneo

Sito di Buonivini (Noto): favino/veccia (Moscato, Nero d’Avola)

Sito di Mogli e Dorilli (Acate): favino/veccia (Frappato, Nero d’Avola)

Siti dell’Etna: inerbimento spontaneo

Sito di Milazzo: inerbimento spontaneo

 

REQUISITO 04

Solo l’energia che serve

I processi di vinificazione considerati efficienti sono quelli che consentono di produrre vini utilizzando al massimo 0,6 kwh/l di vino.
In vitivinicoltura si è assistito nel corso degli anni, oltre ad una meccanizzazione in campo, anche ad un maggiore dispendio energetico in cantina, necessario a rendersi indipendenti dai cicli stagionali e dalle condizioni meteorologiche.
Dal punto di vista ambientale buona parte dell’energia impiegata, essendo prodotta da combustibili fossili, è correlata ad un aumento dei gas ad effetto serra e quindi al riscaldamento globale.
Il programma SOStain/VIVA si pone l’obiettivo di promuovere l’efficienza energetica dei processi di vinificazione, che sono considerati quelli a maggiore dispendio energetico.
Sono considerati efficienti i processi che consentono di produrre vini utilizzando al massimo 0,6 kwh/l di vino, calcolati sulla base dell’energia acquistata e non di quella proveniente da fonti rinnovabili.

I risultati dell’azienda in 2018

 

Rifare il conto su biennio?

Miglior espressione mi sembra: kWh di energia per ogni litro di vino prodotto. Check anche con bottiglia.

 

REQUISITO 05

Bottiglie leggere anche per l’aria

Il peso medio delle bottiglie di vetro impiegate nel corso dell’anno deve essere inferiore o uguale a 485,8g/0,75 litro (+/- 10%) (media ECOPROWINE).

Più del 50% delle emissioni di gas serra relative alla produzione di una bottiglia di vino sono dovute al vetro di cui è fatta. Per questo, alleggerire le bottiglie di vetro permette di ridurne l’impatto sull’aria.

Nel programma SOStain/VIVA, il peso medio delle bottiglie di vetro impiegate nel corso dell’anno deve essere inferiore o uguale a 485,8g/0,75 litro (+/- 10%) (media ECOPROWINE).

I risultati azienda

In 2018:

482 g / 0,75 litro

 

Grafico del risparmio in CO2

DA INSERIRE

 

 

REQUISITO 06

Uve, persone e competenze il più possibile locali

È richiesto che il 100% delle uve eventualmente acquistate, almeno l’80% dei dipendenti e almeno il 50% dei servizi impiegati siano risorse locali.

Non si ricerca solo un vino di qualità, buono e perfetto al naso e al palato, ma anche un vino che racconti di un territorio che cresce con l’attività vitivinicola.
Il legame con il territorio in cui si opera è valorizzato ed inteso come fonte
di competitività e quindi di crescita economica.
Il programma SOStain/VIVA richiede che almeno il 100% delle uve eventualmente acquistate, almeno l’80% dei dipendenti e il 50% dei servizi impiegati siano risorse locali.

I risultati

L’azienda utilizza il più possibile input e risorse locali per permettere il mantenimento di attività artigianali e produttive e la creazione di opportunità di crescita, formazione e lavoro per la comunità locale.

 

In 2018 :

Provenienza delle uve vinificate : 100% Sicilia, di cui: 92,5 % di produzione propria, e 7,5% acquistate.

Il 100% dei investimenti,

 il 99% dei dipendenti

e il 80% dei servizi impiegati sono localizzati sul territorio siciliano (misurato su numero di fornitori abituali).

 

 

REQUISITO 07

Misura e protezione della biodiversità

I risultati tra 2016 e 2018

 

Nelle aziende Agricole Planeta l’approccio al tema del miglioramento della biodiversità è partito dall’analisi della qualità biologica dei suoli (Indice QBS artropodi e indici collegati). La scelta è stata conseguente e connessa alla trasformazione progressiva, e tuttora in corso, del modello di gestione del terreno nel vigneto, al fine di valutarne gli effetti a medio e lungo termine sulla vita del suolo e la biodiversità delle specie viventi tra la superficie e la rizosfera.

Nell’ultimo decennio si è infatti progressivamente passati da un modello di aridocoltura tradizionale per l’ambiente siciliano, basato sulla lavorazione e terreno nudo per la maggior parte dell’anno, con parziale ricorso al diserbo nel sottofila e una fertilizzazione principalmente di tipo minerale, a un modello tuttora in evoluzione che, oltre a escludere il diserbo chimico (dal 2014) prevede l’inerbimento stagionale, con l’utilizzo, a seconda dei casi, della flora spontanea o di cover crop seminati all’uopo, e la fertilizzazione organica.

Nell’arco di questa certificazione analizziamo i dati del biennio 2016-2017, che erano disponibili e paragonabili in 2018. Il protocollo consigliato dalla direzione scientifica per questo tipo di analisi prevede una cadenza biennale o triennale.

L’intenzione dell’azienda era misurare nel tempo i risultati del cambio del paradigma di gestione del terreno attraverso l’analisi della microfauna, come indicatore della vita biologica del suolo.
A questo scopo è stato realizzato in azienda un laboratorio per la preparazione dei campioni secondo il metodo Berlese. Una prima esperienza relativa a sei siti è stata fatta nell’autunno del 2016. I campioni di artropodi raccolti per ogni sito sono stati inviati per l’analisi e l’elaborazione dei dati alla Fondazione Mach di San Michele all’Adige che ha restituito i referti elaborati nel gennaio del 2017. Questa prima esperienza è servita ad avere una prima panoramica di dati e a prendere confidenza con il metodo. Una seconda e più ampia raccolta di campioni di terreno è stata fatta nell’autunno successivo, le elaborazioni e la relazione finale della Fondazione Mach sono state fornite a dicembre del 2017.

Questi dati hanno mostrato una qualità biologica dei suoli differente nei diversi siti, complessivamente discreta e già migliorata in alcuni siti nel volgere di un solo anno, ma con ulteriori ampie possibilità di miglioramento.

Alcuni dati 2016

Nelle analisi dell’anno seguente, per le quali si allega la relazione finale, i punteggi QBS sono cresciuti in 4 siti su 5, e altri 4 siti viticoli (più uno olivicolo) sono stati esaminati.

Confronto 2016/2017

SITI CLASSI DI                        QUALITA’ (0-7) PUNTEGGI                   QBS-ar
2016 2017 2016 2017
1 – DISPENSA 4 5 81 111
2- ULMO 6 4 80 72
3 – NOTO 4 5 75 122
4 – ETNA 4 4 70 80
5 – MILAZZO 6 n.r. 100
6 – VITTORIA 4 5 80 101

Il caso del sito di Ulmo, in controtendenza, potrebbe trovare varie spiegazioni legate alla casualità o allo stato del terreno al momento del campionamento, ma la linea di tendenza generale resta positiva.

L’intenzione è quella di ripetere i campionamenti e le analisi in autunno 2020 per osservare eventuali miglioramenti.

 

REQUISITO 08

Materiali ecocompatibili nel vigneto

Per la realizzazione dei nuovi vigneti SOSTAIN vengono impiegati solo materiali riciclabili o biodegradabili.

Per la realizzazione dei nuovi vigneti SOStain vengono impiegati solo
i materiali che siano riciclabili o biodegradabili.

Nell’impianto di nuovi vigneti e nella gestione dei vigneti esistenti devono essere impiegati esclusivamente materiali eco-compatibili, che possono cioè essere riciclati o che sono già a loro volta riciclati. L’uso della plastica, quando evitabile, e del cemento non è permesso.

I risultati

Nelle tenute dell’azienda i materiali impiegati nell’attività viticola vengono scelti in funzione delle loro caratteristiche di riciclabilità ed ecocompatibilità.
FOTO NUOVO IMPIANTO DELL’ETNA

 

REQUISITO 09

Non solo un bollino. Parole e numeri che raccontano un impegno

Il bilancio di sostenibilità deve essere pubblicato ogni anno per rendere trasparenti le azioni intraprese e i risultati raggiunti.

Essere sostenibili significa anche raccontare la propria storia, basandosi su dati misurabili e assumendosi delle responsabilità nei confronti di chi il vino lo fa e di chi lo berrà.
Per questo le aziende aderenti a SOStain/VIVA redigono un report annuale di sostenibilità in cui, condividendo il linguaggio, dimostrano i risultati delle azioni intraprese nel loro percorso verso il miglioramento e tracciano gli impegni futuri.

I risultati

Questo è il quinto report di sostenibilità per l’azienda. Come i precedenti, il report del 2018 è ispirato all’impegno alla crescita ed alla trasparenza che, oltre a rappresentare un valore essenziale, è il modo più semplice, pratico e credibile per raccontare il percorso intrapreso.

REQUISITO 10

Vini sicuri: molte analisi e poca solforosa

Il contenuto di solforosa totale nei vini deve essere uguale o inferiore ai seguenti valori: 100 mg/l per i rossi, 150 mg/l per i bianchi e rosati, 170 mg/l per i rossi dolci, 220 mg/l per i bianchi dolci e 155 mg/l per i vini spumanti di qualità. Inoltre, nell’arco di quattro anni devono essere sottoposte ad analisi tutte le etichette dell’azienda, per veri care l’assenza di residui e materiali tossici per la salute ( fitofarmaci, ocratossine e metalli pesanti).

Nel vino i solfiti hanno azione conservante e antiossidante, favorendone il mantenimento della qualità nel tempo. Le quantità massime consentite in enologia sono stabilite a livello comunitario. Tuttavia, lavorando uve di qualità è possibile ridurre il quantitativo di solfiti aggiunti, garantendo al tempo stesso la qualità del vino.
SOStain/VIVA fissa il contenuto di solforosa totale nei vini come uguale
o inferiore a quello previsto dal regolamento UE 203/2012 che disciplina i vini biologici.

Inoltre, al fine di ridurre al minimo l’impatto, non solo sull’ambiente, ma anche sul consumatore, almeno il 25% delle etichette commercializzate dalle aziende SOStain/VIVA deve essere analizzato ogni anno per verificare il rispetto della normativa vigente rispetto all’eventuale contenuto di residui di agrofarmaci nei vini. Nell’arco del quadriennio dovranno essere sottoposte ad analisi tutte le etichette commercializzate dall’azienda. L’analisi viene effettuata per verificare l’assenza di residui e di materiali tossici e dannosi per la salute (residui di fitofarmaci, ocratossine e metalli pesanti).

I risultati dell’azienda relativi al requisito 10

 

 LE BUONE PRATICHE

Risorsa Acqua

La Risorsa Acqua costituisce uno dei beni più importanti della Terra.
La sua purezza, la sua salvaguardia, la sua qualità e la sua gestione sono obiettivi primari delle aziende SOStain, per il raggiungimento di una viticoltura sostenibile.

Risorsa Suolo

La Risorsa Suolo è il fondamento della viticoltura. Questa risorsa viene presa in considerazione dal programma SOStain per assicurare una buona fertilità, una buona struttura e un suf ciente contenuto di sostanza organica al suolo, anche nel lungo periodo.

Risorse Tecnologiche

Il programma SOStain mira alla valorizzazione di tutti gli aspetti agronomici utili a ridurre il ricorso agli agrofarmaci e ad orientarsi verso un uso sostenibile degli stessi. Nella pratica, questa esigenza si traduce nella gestione “integrata” dei patogeni, minimizzando al massimo i costi ed i rischi per la salute umana e per l’ambiente.

Risorsa Colturale

L’attenzione alla Risorsa Colturale fa sì che vengano presi in considerazione, restando fedeli alla tradizioni vitivinicola del territorio, il vigneto e tutte le attività che ne concorrono alla gestione, a partire dalle scelte effettuate in fase di impianto no alla consegna dell’uva in cantina.

Risorsa Aria

La viticoltura, pur contribuendo in misura minima all’inquinamento dell’aria, rappresenta comunque una delle fonti d’immissione nell’atmosfera sia di sostanze particolate, sia di gas ad effetto serra. Il programma SOStain favorisce una gestione integrata della Risorsa Aria indirizzata a prevenire e ridurre l’inquinamento atmosferico e a ottenere bene ci economici.

Risorsa Energetica

La gestione di questa risorsa mira a favorire il ricorso a un utilizzo sostenibile dell’energia, ossia a una modalità di produzione e uso dell’energia che permetta di ottenere un risparmio energetico, inteso come riduzione dei consumi di energia necessari per soddisfare le necessità aziendali.

Risorse Territoriali

Nel programma SOStain il legame
con il territorio in cui si opera è valorizzato ed inteso come fonte di competitività e quindi di crescita economica. Attraverso un approccio attento alle Risorse Territoriali
si possono garantire ovunque sul territorio opportunità di promozione economica e sociale nel rispetto delle tradizioni culturali e ciò si traduce anche nel miglioramento della qualità della vita degli abitanti.

Risorse Naturali

Nel programma SOStain risulta cruciale preservare i paesaggi, le formazioni geologiche, la flora, la fauna, gli ambienti acquatici e terrestri, le zone ad elevato interesse naturalistico per mantenere la più preziosa tra le risorse per l’uomo, la biodiversità.

Risorse Umane

Nel programma SOStain essere socialmente responsabile significa non solo soddisfare pienamente gli obblighi giuridici, ma anche andare al di là investendo di più nel capitale umano, nell’ambiente e nei rapporti con le altre parti coinvolte, siano essi operatori, consumatori, o residenti ed astanti.

Risorse Economiche

La sostenibilità economica è la base di tutte le attività imprenditoriali. Perseguire un business sostenibile nel programma SOStain significa adottare strategie e pratiche tali da soddisfare le necessità dell’azienda e di tutti i portatori di interesse.

 

Risorsa Acqua

Le scelte per la gestione della risorsa idrica

Risorsa Suolo

Le scelte per salvaguardare la gestione della risorsa suolo

 

Risorse Tecnologiche

Le scelte per la gestione delle risorse tecnologiche

Risorsa Colturale

Le scelte per salvaguardare la gestione della risorsa colturale

Risorsa Aria

Le scelte per la gestione della risorsa aria

Risorsa Energetica

Le scelte  per la gestione della risorse energetiche

 

DA VEDERE

 

Risorse Naturali

Le scelte per la gestione della risorse naturali

 

Risorse Territoriali

Le scelte per la gestione della risorse territoriali

DA CONTROLLARE: NUOVE PISCINE? PERCORSO ULMO?

 

Risorse Umane

Le scelte per la gestione sostenibile delle risorse umane

 

 

Risorse Economiche

Le scelte per una gestione sostenibile delle risorse economiche

 

 

 

La certificazione

DA INSERIRE DOCUMENTO DNV

 

Il preventivo di sostenibilità 2020-2021

La sostenibilità non è un punto di
arrivo ma una direzione verso cui tendere attraverso piccole, grandi sfide quotidiane. Il miglioramento continuo nel tempo dovrebbe rappresentare l’obiettivo principale di qualsiasi programma di sostenibilità e lo è per SOStain, che intende dare valore alle scelte e agli impegni presi. In questo programma, infatti, il vero valore non è
il raggiungimento di una performance economico- finanziaria, ma la creazione di un patrimonio di servizi ambientali, sociali ed economici fruibili e condivisibili con tutti i soggetti interessati.

Nel biennio ci impegniamo a:
DA CONTROLLARE

 

 

BOX DI APPROFONDIMENTO

Turismo

2018

 

 

Promuovere il turismo sul territorio.

Valorizzare il territorio attraverso la sua promozione turistica, e contribuendo a rafforzare questa vocazione può avere una ricaduta positiva sull’intera comunità locale. L’azienda agisce attraverso la stretta collaborazione con le associazioni del settore e con le strade del vino.

 

Nel 2018 abbiamo accolto nelle 5 cantine Planeta 7.891 visitatori provenienti da 18 nazioni, mentre 1.157 persone hanno partecipato agli eventi organizzati: Cantine Aperte, Sciaranuova Festival, Santa Cecilia in Musica.

 

 

  • Turisti nel mondo Planeta•

Nel 2018 abbiamo accolto nelle 5 cantine Planeta 7.891 visitatori provenienti da 18 nazioni, mentre 1.157 persone hanno partecipato agli eventi organizzati: Cantine Aperte, Sciaranuova Festival, Santa Cecilia in Musica.

 

Circa 700 sono stati studenti di scuole medie, istituti, università, associazioni che hanno visitato Planeta con interesse specifico sulla viticultura.

 

Diversi gli eventi nelle cantine con focus su varie forme d’arte: la rassegna teatrale SCIARANUOVA FESTIVAL, un palcoscenico naturale tra i terrazzamenti della nostra tenuta sull’Etna che vede protagonisti compagnie teatrali e attori da tutta Italia, lo spettacolo musicale di SANTA CECILIA IN MUSICA in collaborazione con l’accademia nazionale di Santa Cecilia in Roma, WINE HAPPY HOUR, appuntamenti estivi alle cantine Ulmo (Sambuca di Sicilia) e Buonivini (Noto) in cui la visita della cantina e la degustazione dei vini sono stati accompagnati da spettacoli musicali e di danza.

La collaborazione con partner territoriali durante l’evento CANTINE APERTE ha dato vita attività di promozione delle migliori produzioni del territorio, quali formaggi, mieli, marmellate e tutti i prodotti della campagna che i visitatori hanno potuto conoscere e degustare,

 

 

 

2019

 

Promuovere il turismo sul territorio.

Valorizzare il territorio attraverso la sua promozione turistica, e contribuendo a rafforzare questa vocazione può avere una ricaduta positiva sull’intera comunità locale. L’azienda agisce attraverso la stretta collaborazione con le associazioni del settore e con le strade del vino.

 

Nel 2019 abbiamo accolto nelle 5 cantine Planeta 10.086 visitatori provenienti da 21 nazioni, mentre 1.559 hanno partecipato agli eventi organizzati: Carnalia, Cantine Aperte, Sciaranuova Festival, Santa Cecilia in Musica, Guardando Mazzallakar (conversazione sul cunto con Mimmo Cuticchio).

 

 

  • Turisti nel mondo Planeta•

Nel 2019 abbiamo accolto nelle 5 cantine Planeta 10.086 visitatori provenienti da 21 nazioni, mentre 1.559 hanno partecipato agli eventi organizzati: Carnalia, Cantine Aperte, Sciaranuova Festival, Santa Cecilia in Musica, Guardando Mazzallakar (conversazione sul cunto con Mimmo Cuticchio).

 

Circa 800 sono stati studenti di scuole medie, istituti, università, associazioni che hanno visitato Planeta con interesse specifico sulla viticultura.

 

Diversi gli eventi nelle cantine con focus su varie forme d’arte: la rassegna teatrale SCIARANUOVA FESTIVAL, un palcoscenico naturale tra i terrazzamenti della nostra tenuta sull’Etna che vede protagonisti compagnie teatrali e attori da tutta Italia, lo spettacolo musicale di SANTA CECILIA IN MUSICA in collaborazione con l’accademia nazionale di Santa Cecilia in Roma, GUARDANDO MAZZALLAKAR, conversazione sul “cunto” tenuta da Mimmo Cuticchio, attore teatrale e cantastorie tra i più illustri in Sicilia, WINE HAPPY HOUR, appuntamenti estivi alle cantine Ulmo (Sambuca di Sicilia) e Buonivini (Noto) in cui la visita della cantina e la degustazione dei vini sono stati accompagnati da spettacoli musicali e nella serata di San Lorenzo da un astronomo che ha fatto osservare agli ospiti le costellazioni e le galassie con un cannocchiale posizionato nel vigneto.

 

Di particolare interesse è stata la realizzazione dell’opera d’arte site specific di Claire Fontaine, Ettore Majorana, nell’ambito della rassegna d’arte Planeta Viaggio in Sicilia giunta alla sua ottava edizione.

 

Materiale sulla piscina verde da Gaetano